Faq
Domande e Risposte più frequenti
La canna fumaria è un componente dell’edificio che è soggetta al rispetto delle disposizioni del CPR: Regolamento sui Prodotti da Costruzione N. 305 del 9 marzo 2011.
Il CPR ha sostituito la Direttiva CPD sui prodotti da costruzione:89/106/CEE, semplificando le procedure e armonizzando le relative normative.
Fondamentale per il CPR è il concetto di DoP: Dichiarazione di Prestazione (che è andato a sostituire la Dichiarazione di Conformità dei prodotti da costruzione).
La DoP consente di conoscere le caratteristiche basilari che lo specifico prodotto da costruzione ha nel momento in cui viene immesso sul mercato.
Per l’installazione delle canne fumarie si fa riferimento alla norma tecnica armonizzata (armonizzata ha valore di Legge) UNI EN 1443 “Camini – requisiti generali”.
Questa norma disciplina i camini in generale e riguarda ogni tipo di camino, sia metallico che in refrattario, calcestruzzo, ecc. con le specifiche norme di prodotto:
- UNI EN 1856-1 per le canne fumarie metalliche sistemi camino,
- UNI EN 1856-2 per le canne fumarie metalliche
- UNI EN 14471 per le canne fumarie in plastica
- UNI EN 1806 per le canne fumarie in laterizio o ceramica
- UNI EN 1457 per i tubi in terracotta o ceramica
- UNI EN 12446 per il cavedio in calcestruzzo
- Ecc.
È importante che l’operatore sappia leggere le certificazioni dei materiali e loro rispettivo impiego.
Per quanto detto sopra ogni canna fumaria deve essere realizzata con materiali marcati CE e una volta costruita deve essere designata con la targhetta di identificazione.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico, con nota del 24-02-2010, ha precisato che i caminetti, le stufe a legna e/o pellet, ecc. sono da considerare “impianti termici” e di fatto li assimila agli impianti di riscaldamento a gas relativamente ai requisiti di sicurezza, perciò la loro installazione rientra a tutti gli effetti nel DM 37/08.
Il Ministero infatti scrive: “…… chiarimenti in merito alla giusta applicazione del DM 37/08 con riferimento all’attività di installazione di caminetti e stufe.”
Innanzitutto occorre specificare che per “impianto termico” per riscaldamento, ai fini del sopraccitato DM, si intende il complesso di prodotti formato generalmente da un generatore di calore, da un condotto per lo smaltimento dei fumi, ove generati, sistema di aerazione e ventilazione, eventualmente uno o più sistemi per la distribuzione di calore.
Per quanto premesso, “l’impianto termico” di riscaldamento, qualunque ne sia la potenzialità, entra nella classifica di cui al DM 37/08, articolo 1. comma 2 lettera c).
Perciò, sia la costruzione delle canne fumarie, sia l’installazione di caminetti, stufe ecc, deve essere fatta da imprese iscritte alla CCIA come da DM 37/08, articolo1. comma 2 lettera c), (anche se con le opportune limitazioni). In particolare le canne fumarie devono essere progettate e avere la dichiarazione di conformità anche quando non hanno ancora l’apparecchio allacciato in quanto parti di impianto termico (vedi DM 37/07 allegato 1- legenda: punto7).
La seconda risoluzione Ministeriale del 17/01/2011 conferma, richiamando la precedente nota di cui sopra, che l’istallazione di stufe, caminetti e canne fumarie non solo rientra nelle more del DM 37/2008, ma sottolinea come la stessa attività già rientrasse pure nella regolamentazione della L. 46/1990 (il DM 37 avrebbe solo chiarito meglio le attività che rientrano tra gli “impianti termici di riscaldamento”).
Inoltre: Il Dlgs 128 del 28-06-2010 definisce con l’Art: 283 al punto b) generatori di calore: qualsiasi dispositivo di combustione alimentato con combustibili al fine di produrre calore, costituito da un focolare ed eventualmente uno scambiatore di calore; e al punto d) l’impianto termico; ne consegue che tutti gli apparecchi quali caminetti, stufe a legna e pellet, caldaie etc. sono considerati generatori di calore e come tali sono apparecchi termici.
La loro installazione, così come la nuova costruzione, il risanamento di vecchi camini (punto h: modifica dell’impianto) o la ristrutturazione della canna fumaria a loro collegata, costituendo l’insieme un impianto termico civile rientra nel DM 37/08 e quindi a fine lavori occorre rilasciare la Conformità dell’impianto.
Per quanto riguarda l’installazione degli apparecchi termici basta seguire le norme UNI fra le quali la UNI 10683 e verificata la documentazione degli apparecchi e quella della canna fumaria si può emettere la Dichiarazione di Conformità di installazione che è fondamentale per far valere tutte le garanzie degli apparecchi stessi e anche le varie Assicurazioni sulla casa.
In merito all’installazione o la costruzione di un camino – canna fumaria il Modello attuale per la Dichiarazione di conformità presenta una modifica sostanziale rispetto al Modello precedente e riguarda gli impianti che sono stati eseguiti utilizzando prodotti per i quali non esistono norme tecniche di prodotto o di installazione e che vengono utilizzati allo stesso scopo in un altro Stato membro dell’Unione Europea. Quindi l’impresa che utilizza per la realizzazione di un camino o di una canna fumaria prodotti per i quali non esistono Norme, quindi privi di certificato CE, dovrà allegare alla Dichiarazione di conformità anche un progetto firmato da un Ingegnere iscritto all’Albo e deve sempre apporre la targhetta identificativa del camino con specificate le caratteristiche di designazione ottenute dal progetto.
Quando l’Impresa utilizza sistemi camino finiti marcati CE (ESSEBLOCK o doppia parete acciaio o rame), completa l’installazione con l’applicazione della targhetta di identificazione (UNI EN 1443) della canna fumaria e quindi, essendo marcato CE dalla Fabbrica tutto il sistema camino finito, l’impresa può facilmente rilasciare la conformità.
Ricordiamo che la costruzione di canne fumarie, in modo particolare per caminetti, stufe a pellet, caldaie a biomassa, etc. utilizzando più componenti singoli marcati CE (esempio: canne in acciaio monoparete + lana roccia + cavedio esterno in vari materiali) richiede, alla fine dell’installazione, al momento dell’apposizione della targhetta identificativa della canna fumaria realizzata, l’apporto di un Tecnico che stabilisca le caratteristiche del prodotto ottenuto dall’assemblaggio dei vari componenti e in particolare definisca la temperatura di funzionamento, la distanza dei materiali combustibili ecc., cioè deve definire i dati da inserire nella targhetta, questa permetterà, ad eventuali successive imprese, in caso di sostituzione dell’apparecchio termico, di sapere se la canna fumaria sarà compatibile con il nuovo apparecchio.
UNI TS 11278 punto 5
“Per prodotti designati e marcati secondo la UNI EN 1856-2 l’installatore deve inoltre definire la distanza dai materiali combustibili secondo una delle seguenti modalità:
calcolare la distanza dei materiali combustibili secondo la UNI EN 15287-1 ad eccezione dei canali da fumo, per i quali la distanza dai materiali combustibili deve essere fornita dal fabbricante;
rispettare le distanze minime di sicurezza indicate nelle norme di installazione (per esempio UNI 7129, UNI 10683, UNI 10845 e UNI 11071).
Inoltre, deve definire, nel caso di prodotti isolati in opera, la resistenza termica (per esempio secondo il metodo di calcolo della UNI EN 15287-1).”
Ciò viene evidenziato pure nella Legenda del Modello della Dichiarazione di Conformità degli Impianti al punto 7 ove evidenzia “nel caso in cui parti dell’impianto siano predisposte da altra impresa (ad esempio ventilazione e scarico fumi negli impianti a gas-e attualmente anche per i caminetti etc.), la dichiarazione deve riportare gli analoghi riferimenti per dette parti.” In base alla detta normativa:
a partire dal 28 luglio 2010 la dichiarazione di conformità va rilasciata sui nuovi moduli, previsti dagli allegati I (imprese installatrici) e II (uffici tecnici interni delle imprese non installatrici) del D.M. 37/08;
SI EFFETTUA UN UNICO DEPOSITO IN COMUNE (PRESSO SPORTELLO EDILIZIA ED URBANISTICA).
Ai sensi dell’art. 11 del DM 37/2008 è previsto un unico deposito presso il Comune (Sportello Edilizia ed Urbanistica), evitando così il deposito anche presso la Camera di Commercio:
comma1 “…l’impresa installatrice deposita, entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori, presso lo sportello unico per l’edilizia, di cui all’articolo 5 del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 del comune ove ha sede l’impianto, la dichiarazione di conformità ed il progetto redatto ai sensi dell’articolo 5, o il certificato di collaudo degli impianti installati, ove previsto dalle norme vigenti.”
Si rammenta in ogni caso la necessità di depositare, contestualmente alle due copie di dichiarazione di conformità dell’impianto a regola d’arte resa sulla base del modello (I o II):
la copia destinata al Comune contiene anche i cosiddetti allegati obbligatori (previsti esplicitamente dall’art. 7, commi 1 e 2 del D.M. 37/08):
relazione con tipologie dei materiali utilizzati con materiali normalizzati (CE),
progetto ai sensi degli articoli 5 e 7 oppure schema di impianto realizzato con descrizione funzionale ed effettiva dell’opera realizzata con la necessaria documentazione tecnica e il richiamo ad osservanza e applicazione di Norme Tecniche.
Qualora il Comune non richieda il deposito della dichiarazione di conformità, tale dichiarazione sarà data al committente.
Quindi in definitiva il committente deve chiamare imprese in regola e pretendere la conformità, anche per non far decadere la garanzia dell’apparecchio o dell’impianto.
Nella costruzione di una canna fumaria con prodotti certificati CE per sistemi camino completi, è molto semplice perché occorre effettuare il montaggio dei componenti secondo le istruzioni del fabbricante. È il sistema camino che è certificato e pertanto si può facilmente compilare la targa con la designazione CE del sistema camino installato a cui aggiungere il nome dell’installatore.
Diversamente, è più complesso designare un camino composito, cioè effettuando la costruzione con più materiali idonei, ognuno certificato CE, in quanto nella designazione del camino si deve considerare il camino nel suo complesso; in questo caso pertanto, occorre considerare l’interazione dei materiali fra di loro per avere poi i dati finali che permettano di compilare la targa.
La norma che si deve seguire per la designazione di un camino composito è la UNI EN 15287. Vediamo alcune criticità nell’applicare la norma:
• è ancora difficile calcolare e garantire, nel caso del camino composito, lo spessore del materiale isolante per rispettare le condizioni dettate dalla 1443 che impone di non superare gli 85 °C in esercizio al materiale infiammabile e 100°C in caso di incendio da fuliggine,
• ci troviamo con normative in inglese e con formule matematiche ingegneristiche. Come la formula
dell’allegato N
Da quanto sopra, è evidente che costruire una canna fumaria con sistemi camino certificati CE dà all’installatore notevole tranquillità in quanto non ha problemi di designazione del camino, la garanzia è a carico della Ditta costruttrice dei componenti; l’installatore deve tener conto nel montaggio che le caratteristiche del camino indicate nell’etichetta siano adeguate all’uso previsto e all’apparecchio termico che vi andrà collegato.
Se è previsto o meno incendio di fuliggini, verificare la distanza dai materiali combustibili! Non posizioniamo un camino vicino a travi in legno perché essendo isolato pensiamo che possa andare bene, i pompieri sono stanchi di spegnere incendi causati da queste trascuratezze e inoltre le assicurazioni non pagano! La temperatura di esercizio del camino è idonea? Se funzionamento è previsto in depressione o in pressione, se a secco o in umido!
Sembra che le norme esagerino, ma non dobbiamo mai dimenticare che la canna fumaria degli apparecchi a combustibile solido è soggetta al rischio di incendio di fuliggini, quando accade escono le fiamme alte anche oltre tre metri dal comignolo e le temperature che si raggiungono nelle pareti interne sono dell’ordine dei 1000°C – mille!!!
A ben pensarci il camino nella sua semplicità è forse uno dei punti più pericolosi di tutta la casa e vale la pena di farlo eseguire in perfetta regola e si deve pretendere la certificazione e la designazione da chi lo costruisce che spesso, non solo per risparmiare poche centinaia di euro ma per ignoranza totale del funzionamento e quindi delle Norme del prodotto effettua delle installazioni che chiamarle camini o canne fumarie ci vuole una buona dose di fantasia!!!
La certificazione, la designazione del camino con la compilazione della targa non sono atti burocratici, ma servono a dare al proprietario dell’abitazione, che non sa e non è tenuto a sapere le norme tecniche e quanto altro, ma che paga per avere un servizio e un prodotto, la garanzia che i soldi non sono stati spesi ma sono stati investiti per la sicurezza propria, della famiglia, degli altri e dell’abitazione.
L’installatore di apparecchi a biomassa legnosa può essenzialmente trovarsi ad intervenire in tre tipologie di abitazione:
Casa nuova finita:
Nel camino già costruito non trova la targa identificativa, può:
1) chiedere al padrone dell’abitazione che si faccia dare la documentazione dal costruttore, se questi non è più rintracciabile c’è il direttore dei lavori che, avendo firmato per l’agibilità la regolarità degli impianti avrà la documentazione per poter designare il camino
2) può assumersi personalmente la responsabilità di classificarlo:
- a) ricerca la documentazione dal progettista e dall’installatore o costruttore del camino
- b) se non ottiene i dati, i controlli non invasivi che può fare sono:
– ispezione visiva per identificare il materiale utilizzato attraverso una video ispezione
– prova di tenuta del camino. Si tratta di operazioni costose ma fattibili.
– deve però anche verificare la distanza dal materiale infiammabile, ad esempio un passaggio tetto o l’isolamento termico delle pareti e la verifica non può essere che invasiva, dovrà chiedere il permesso di effettuare dei sondaggi invasivi.
3) può effettuare l’installazione dell’apparecchio termico direttamente, senza controlli, sperando che il camino sia fatto bene, ma, in caso di incidenti o malfunzionamenti, può rischiare di trovarsi dal giudice cercando di dimostrare (spesso inutilmente perché come installatore viene reputata persona esperta che deve a sua volta seguire le norme UNI 10683 per apparecchi a combustibili solidi) la sua innocenza e in ogni caso c’è sempre di mezzo la conformità.
Casa costruita da tempo:
Vale quanto sopra detto, senza normalmente avere la possibilità di ottenere informazioni da chi ha costruito la canna fumaria, perciò la responsabilità dell’installatore del caminetto, della stufa o altro apparecchio è nitida e consistente.
Casa in costruzione:
C’è la possibilità di fare le cose in maniera perfetta risparmiando, infatti con la canna fumaria da costruire, il fumista o l’installatore o il fornitore dell’apparecchio termico, che dovrà essere scelto prima di fare la canna fumaria (non dopo come sempre avviene), questo per equilibrare il tiraggio e avere il massimo rendimento. Effettuando sopralluoghi per garantire la funzionalità, può intervenire e far scegliere e montare il prodotto che meglio si abbina alle esigenze degli apparecchi termici che si andranno ad installare sia per qualità che per dimensioni.
Alcuni accorgimenti sono:
- Targa identificativa della canna fumaria: E’ identificato se esiste una targa della canna fumaria come richiesto dalle norme UNI EN 1443 e, se il condotto fumi è metallico, UNI TS 11278
- Targa identificativa della canna fumaria e dichiarazione di conformità: per gli impianti domestici realizzati dopo il giugno 2008 sono richiesti entrambi i documenti
- Progetto e/o calcolo: per gli impianti di centrale termica o le canne fumarie collettive ramificate, oltre agli obblighi della targa fumi (dopo il 06/2005) è richiesto anche il progetto: D.M. 37/08, per le canne collettive per apparecchi di tipo C è richiesto il calcolo della canna fumaria.
- Dichiarazione di conformità: se manca la targa, controllare se esiste una dichiarazione di conformità della canna fumaria o dell’impianto termico esistente se installato prima del giugno 2005, se installato dopo l’installatore o il costruttore della canna fumaria – camino deve fornire la documentazione per la designazione del camino.
Se l’impianto è precedente al 06/2005 con identificazione del responsabile: controllare se è chiaro chi è il responsabile dell’impianto esistente precedente e se sono disponibili i relativi dati tecnici.
Se manca la targa fumi o uno dei documenti precedentemente descritti, la ditta installatrice dell’apparecchio termico, ha le seguenti possibilità:
- Informare l’utente che la canna fumaria non è certificata e che deve chiedere all’impresa che l’ha posata di applicare l’apposita targa identificativa prevista dalla legislazione vigente
- Se l’impresa che ha realizzato la canna fumaria non è più reperibile oppure l’installazione risale a prima del 2005 e non è mai stato installato un generatore di calore, dovrà informare l’utente che la canna fumaria non è certificata e che l’utente stesso deve provvedere, a mezzo di appositi tecnici, a farla verificare, e se occorre a renderla adeguata a ricevere i fumi dell’apparecchio termico previsto, questi provvederanno poi ad applicare l’apposita targa identificativa
- Non richiedere alcuna certificazione all’utente o al proprietario dell’immobile, essendo consapevole di assumersi la responsabilità totale dell’installazione compresa anche la responsabilità della canna fumaria installata da terze e sconosciute persone! e pertanto oltre la dichiarazione di conformità dell’istallazione dell’apparecchio termico farà anche quella della canna fumaria e quindi applicherà la targa identificativa.
Questo accade ancora oggi nella maggior parte dei casi. Normalmente non si applica la targa in quanto non si fanno i controlli sulla canna fumaria o perché sono costosi, e il cliente non vuole pagare, o spesso perché chi va a installare un caminetto, una stufa, ecc, non è competente e pertanto non sa come e cosa fare!
Qualsiasi lavoro deve essere fatto da personale competente, in regola, che deve rilasciare tutte le documentazioni dovute e/o previste dalle Leggi o dalle Norme.
Alcune verifiche sul camino – canna fumaria prima dell’allacciamento degli apparecchi termici.
La ditta installatrice prima di allacciare il generatore di calore alla canna fumaria dovrà eseguire fra gli altri anche i seguenti controlli (UNI 10845, UNI 7129, UNI 10683, D.L. 152 ecc.):
- La presa visione della targa fumi e dei certificati (o dei soli certificati se prima del 2005)
- Le dimensioni (diametro o sezione ed altezza) e si esegue un dimensionamento secondo UNI 13384 o secondo le indicazioni del produttore del generatore di calore per verificare il “tiraggio”
- Il comignolo e la parte terminale della canna fumaria (distanze e zona di riflusso)
- Gli accessori necessari per ridurre le emissioni, come per esempio il registro di tiraggio
- Gli accessori di sicurezza, come gli sportelli di manutenzione, gli scarichi di condensa ecc.
- In caso di dubbi consistenti sulle caratteristiche strutturali occorrono verifiche con visione interna (video ispezione) ed esterna secondo UNI 10845
- La tenuta o permeabilità ai fumi secondo UNI 10845 e UNI EN 1443
La canna fumaria diventa componente dell’impianto termico al momento della costruzione e deve essere designata con la targhetta UNI EN 1443, indipendentemente dall’allaccio di un apparecchio termico.
Art. 1: – c) impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigerazione di qualsiasi natura o specie, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di ventilazione ed aerazione dei locali;
Art. 1 – e) impianti per la distribuzione e l’utilizzazione di gas di qualsiasi tipo, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e ventilazione ed aerazione dei locali;
Come si può leggere nei commi dell’articolo 1 all. c) ed e) di cui sopra, il D.M.37/08 parla di “opere di evacuazione dei prodotti della combustione” e una canna fumaria o un camino fa sicuramente parte di queste opere. Resta comunque sempre l’obbligo per tutti (produttore, venditore, impresa, installatore, progettista o privato) di vendere, progettare e montare solo materiali certificati CE per le canne fumarie e di applicare la targa di designazione del prodotto (UNI EN 1443), questa targa permetterà agevolmente all’installatore dell’apparecchio termico, e quindi al momento del completamento dell’impianto termico, di poter disporre di tutta la documentazione tecnica richiesta dalla Legge.
La canna fumaria a servizio di apparecchi termici generici
I collegamenti alla canna fumaria degli apparecchi di combustione (p.es. scaldacqua, caminetti, stufe ecc.) rientrano anche essi, purché di potenza superiore a 4 kW, nella responsabilità di chi li effettua e serve la dichiarazione di conformità. Anche in questo caso l’installatore dell’apparecchio (possibilmente installatore specializzato o fumista) procede con la verifica della targa fumi della canna fumaria e per salvaguardia della correttezza del suo operato sarebbe consigliabile di allegare sempre una foto della targa fumi, insieme alle varie fasi del montaggio, alla propria documentazione e a quella da consegnare al cliente.
- Chi può collegarsi ad una canna fumaria nell’installazione di un apparecchio termico?
Il collegamento del generatore di un impianto termico alla canna fumaria richiede la specifica abilitazione:
- Per installare un generatore di un impianto a gas serve la lettera E del D.M. 37/08 Art 2 g): impianti per la distribuzione e l’utilizzazione di gas: l’insieme delle tubazioni, dei serbatoi e dei loro accessori, dal punto di consegna del gas, anche in forma liquida, fino agli apparecchi utilizzatori, l’installazione ed i collegamenti dei medesimi, le predisposizioni edili e meccaniche per l’aerazione e la ventilazione dei locali in cui deve essere installato l’impianto, le predisposizioni edili e meccaniche per lo scarico all’esterno dei prodotti della combustione;
- Per installare un generatore di un impianto termico a combustibile liquido o solido come caldaie, termocaminetti, termocucine o termostufe con potenza inferiore ai 35 kW, serve la lettera C del D.M. 37/08, e l’installatore si assume tutte le responsabilità di corretta installazione. UNI 10683 – UNI/TS 11278 Art. 1 c) impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigerazione di qualsiasi natura o specie, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di ventilazione ed aerazione dei locali.
La responsabilità nell’installazione delle canne fumarie o nei collegamenti alle canne fumarie sia di apparecchi per impianti termici che di caminetti, stufe, stufe a pellet, caldaie, ecc. o per altri tipi di installazione è della Ditta installatrice deve sempre consegnare le installazioni o gli impianti sicuri e conformi alle Leggi e alle norme tecniche in tutti i loro componenti e funzioni, come indicato dal codice civile e codice penale. Ad esempio, nell’installazione di una caldaia a gas, la responsabilità globale dell’impianto (apparecchio + tubazione del gas +canna fumaria) è della ditta installatrice dell’apparecchio!
Codice civile art. 2050: Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno. Codice penale art. 40: Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.
Il problema maggiore nelle installazioni di generatori di calore per la ditta installatrice è spesso rappresentato dalla canna fumaria:
- sovente viene posata da altri, anche non aventi conoscenze impiantistiche; quasi sempre non si trova la relativa documentazione e/o certificati
- non si conoscono le caratteristiche tecniche della canna stessa
- è forse il componente più complesso dell’impianto, pur essendo un accessorio
- l’industria fornisce i prodotti a norma CE, ma spesso non informa sufficientemente la propria clientela sugli obblighi (prova di tenuta, targa fumi ecc.), e normalmente gli installatori non leggono le istruzioni di montaggio, perché il rivenditore non le fornisce o perché non lo reputano necessario.
La soluzione per i problemi di sicurezza e buon funzionamento degli apparecchi è solo una: eseguire i lavori secondo le norme: Ogni canna fumaria installata o usata per la prima volta dopo il giugno 2005 deve essere dotata di una targa fumi che ne indica le caratteristiche tecniche, le generalità della ditta che l’ha installata e/o che ne risponde dell’esattezza delle indicazioni.
Norme e Regolamenti
Rifacimento o nuova installazione di canne fumarie collettive ramificate per caldaie a gas di tipo B o canne fumarie collettive per caldaie a gas di tipo C su pareti esterne a vista e la realizzazione di camini o canne fumarie di qualunque tipo e applicazione con finitura esterna intonacabile, pitturabile o rivestibile con piastrelle, mattoni, pietre, marmo o quanto altro richieda la:
TECNICA E IL DECORO ARCHITETTONICO.
Negli ultimi tempi sempre più spesso sono state chieste soluzioni per la costruzione di canne fumarie con sistemi certificati CE e con estetica compatibile con quella del palazzo.
Il sistema camino metallico ESSEBLOCK, certificata CE secondo la UNI EN 1856-1, è la nostra valida risposta alle richieste delle imprese e riesce a coniugare la facilità di installazione, il costo contenuto e la possibilità di infinite finiture estetiche superficiali.
Gli ingombri contenuti e la possibilità di una finitura uguale alle pareti del palazzo ove andranno installate le nostre canne fumarie, permette l’integrazione artistica e architettonica della finitura superficiale con la Tecnica del cuore metallico del sistema, unico nel suo genere e brevettato, dà garanzia di durata, facilità negli allacci degli apparecchi termici e permette facilmente la compilazione della conformità, secondo il DM 37/08, al tecnico installatore.
Sempre di più, per numerosi quartieri delle città, gli Uffici Tecnici Comunali richiedono che le canne fumarie si integrano con l’architettura esistente e pretendono che, se sono costruite con una finitura esteriore in acciaio o altro materiale non compatibile con l’aspetto estetico del palazzo, vengano rivestite con murature in modo tale da non interferire con il decoro architettonico del palazzo e/o del quartiere.
L’uso della nostra canna fumaria ESSEBLOCK risolve il problema in modo veloce ed economico.
Per tutte le imprese, comprese quelle di idraulica, infatti, la costruzione di una canna fumaria con i nostri moduli preassemblati, è assolutamente semplice e facilmente realizzabile, non ci sarà bisogno del muratore ma, per adeguare la finitura e il colore a quello del palazzo, occorrerà, dopo il montaggio, solo un intonacatore – imbianchino.
Logicamente parliamo di un sistema camino metallico con finitura in muratura, unico e brevettato, la cui installazione è molto simile a quella di una canna fumaria doppia parete in acciaio o rame, è rapida e permette inoltre la finitura superficiale richiesta dall’ambiente in cui è posta.
Il nostro sistema camino ESSEBLOCK, è estremamente valido e funzionale anche per evacuare i fumi dei caminetti, delle stufe a legna o pellet, oltre ai fumi delle caldaie a gas, è quindi in grado di risolvere in maniera economica numerosi problemi di installazione con le dovute garanzie e certificazioni CE.
NUOVA INSTALLAZIONE-COSTRUZIONE o RISTRUTTURAZIONE di CAMINI e CANNE FUMARIE
Indipendentemente dal tipo di combustibile utilizzato (gas, gasolio, legna, pellet, cippato, nocciolino, etc.) e quindi anche per canne fumarie di CAMINETTI, STUFE a LEGNA o PELLET, CALDAIE a LEGNA o PELLET, etc. occorre la CONFORMITÀ DELL’IMPIANTO.
Per LEGGE alla fine del lavoro l’installatore dovrà rilasciare la conformità dell’impianto ai sensi della legge DM 37/08 tramite il “Modello della Dichiarazione di Conformità degli Impianti” modificato con il DM 19-05-2010 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.161 del 13 luglio 2010.
APPROFONDIMENTI
Il Dlgs 128 del 28-06-2010 definisce con l’Art: 283 al punto b) generatori di calore: qualsiasi dispositivo di combustione alimentato con combustibili al fine di produrre calore, costituito da un focolare ed eventualmente uno scambiatore di calore; e al punto d) l’impianto termico; ne consegue che tutti gli apparecchi quali caminetti, stufe a legna e pellet, caldaie etc. sono considerati generatori di calore e come tali sono apparecchi termici.
La loro installazione, così come la nuova costruzione, il risanamento di vecchi camini (punto h: modifica dell’impianto) o la ristrutturazione della canna fumaria a loro collegata, costituendo l’insieme un impianto termico civile rientra nel DM 37/08 e quindi a fine lavori occorre rilasciare la Conformità dell’impianto.
Per quanto riguarda l’installazione degli apparecchi termici basta seguire le norme UNI fra le quali la UNI 10683 e, verificata la documentazione degli apparecchi e quella della canna fumaria, si può emettere la Dichiarazione di Conformità di installazione che è fondamentale per far valere tutte le garanzie degli apparecchi stessi e anche le varie Assicurazioni sulla casa.
Per quanto riguarda l’installazione o la costruzione di un camino – canna fumaria il Modello attuale per la Dichiarazione di conformità presenta una modifica sostanziale rispetto al Modello precedente e riguarda gli impianti che sono stati eseguiti utilizzando prodotti per i quali non esistono norme tecniche di prodotto o di installazione e che vengono utilizzati allo stesso scopo in un altro Stato membro dell’Unione Europea.
Quindi l’impresa che utilizza per la realizzazione di un camino o di una canna fumaria prodotti per i quali non esistono Norme, quindi privi di certificato CE, dovrà allegare alla Dichiarazione di conformità anche un progetto firmato da un Ingegnere iscritto all’Albo e, secondo me, deve sempre apporre la targhetta identificativa del camino con specificate le caratteristiche di designazione ottenute dal progetto.
Quando l’Impresa utilizza sistemi camino finiti marcati CE (ESSEBLOCK o doppia parete acciaio o rame), completa l’installazione con l’applicazione della targhetta di identificazione (UNI EN 1443) della canna fumaria e quindi, essendo marcato CE dalla Fabbrica tutto il sistema camino finito, l’impresa può facilmente rilasciare la conformità.
Quando l’impresa installatrice autorizzata (iscritta alla Camera di Commercio) utilizza prodotti coperti da norme e pertanto marcati CE, una volta completata l’installazione con l’applicazione della targa di identificazione della canna fumaria, deve rilasciare al Committente la dichiarazione di conformità con i suoi allegati obbligatori fra i quali il libretto di uso e manutenzione predisposto dal fabbricante.
Ricordiamo che la costruzione di canne fumarie, in modo particolare per caminetti, stufe a pellet, caldaie a biomassa, etc. utilizzando più componenti singoli marcati CE (esempio: canne in acciaio monoparete + lana roccia + cavedio esterno in vari materiali) richiede, alla fine dell’installazione al momento dell’apposizione della targhetta identificativa della canna fumaria realizzata, l’apporto di un Tecnico che stabilisca le caratteristiche del prodotto ottenuto dall’assemblaggio dei vari componenti e in particolare definisca la temperatura di funzionamento, la distanza dei materiali combustibili ecc., cioè deve definire i dati da inserire nella targhetta, questa permetterà, ad eventuali successive imprese, in caso di sostituzione dell’apparecchio termico, di sapere se la canna fumaria sarà compatibile con il nuovo apparecchio.
UNI TS 11278 punto 5
“Per prodotti designati e marcati secondo la UNI EN 1856-2 l’installatore deve inoltre definire la distanza dai materiali combustibili secondo una delle seguenti modalità:
– calcolare la distanza dei materiali combustibili secondo la UNI EN 15287-1 ad eccezione dei canali da fumo, per i quali la distanza dai materiali combustibili deve essere fornita dal fabbricante;
– rispettare le distanze minime di sicurezza indicate nelle norme di installazione (per esempio UNI 7129, UNI 10683, UNI 10845 e UNI 11071).
Inoltre, deve definire, nel caso di prodotti isolati in opera, la resistenza termica (per esempio secondo il metodo di calcolo della UNI EN 15287-1).”
Ciò viene evidenziato pure nella Legenda del Modello della Dichiarazione di Conformità degli Impianti al punto 7 ove evidenzia “nel caso in cui parti dell’impianto siano predisposte da altra impresa (ad esempio ventilazione e scarico fumi negli impianti a gas e attualmente anche per i caminetti etc.), la dichiarazione deve riportare gli analoghi riferimenti per dette parti.”
In base alla detta normativa:
- a partire dal 28 luglio 2010 la dichiarazione di conformità va rilasciata sui nuovi moduli, previsti dagli allegati I (imprese installatrici) e II (uffici tecnici interni delle imprese non installatrici) del D.M. 37/08;
- si effettua un unico deposito in comune (presso sportello edilizia ed urbanistica).
Ai sensi dell’art. 11 del DM 37/2008 è previsto un unico deposito presso il Comune (Sportello Edilizia ed Urbanistica), evitando così il deposito anche presso la Camera di Commercio:
comma1
“…l’impresa installatrice deposita, entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori, presso lo sportello unico per l’edilizia, di cui all’articolo 5 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 del comune ove ha sede l’impianto, la dichiarazione di conformità ed il progetto redatto ai sensi dell’articolo 5, o il certificato di collaudo degli impianti installati, ove previsto dalle norme vigenti.“
Si rammenta in ogni caso la necessità di depositare, contestualmente alle due copie di dichiarazione di conformità dell’impianto a regola d’arte resa sulla base del modello (I o II) di cui all’allegato:
la copia destinata al Comune contiene anche i cosiddetti allegati obbligatori (previsti esplicitamente dall’art. 7, commi 1 e 2 del D.M. 37/08):
- relazione con tipologie dei materiali utilizzati con materiali normalizzati (CE),
- progetto ai sensi degli articoli 5 e 7 oppure schema di impianto realizzato con descrizione funzionale ed effettiva dell’opera realizzata con la necessaria documentazione tecnica e il richiamo ad osservanza e applicazione di Norme Tecniche.
Installazione o costruzione di CAMINI (CANNE FUMARIE) con condotti metallici.
UNI EN 1443 | Camini: Norme generali |
UNI EN 1856-1 | Camini – Requisiti camini in metallo – Parte 1: Sistemi camini metallici (doppia parete , ESSEBLOCK, ecc.) |
UNI EN 1856-2 | Camini – Requisiti camini in metallo – Parte 2: Condotti fumari in metallo e canali da fumo (elementi in acciaio monoparete) |
UNI TS 11278 | Sistemi metallici di evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi e generatori a combustibile liquido o solido – Criteri di scelta in funzione del tipo di applicazione e relativa designazione del prodotto |
UNI EN 13384-2 | Camini – Metodi di calcolo termo e fluido dinamico – Parte 2: Camini asserviti a più apparecchi a combustione |
Quindi il committente deve chiamare imprese in regola e pretendere la conformità, anche per non far decadere la garanzia dell’apparecchio o dell’impianto.
N.B.: Le imprese edili e quelle installatrici di stufe, caminetti, ecc. potranno iscriversi alla CCIA … alla lettera c…(con le opportune limitazioni) in quanto possono dimostrare di aver eseguito le operazioni di installazione sia di caminetti, stufe ecc. sia di canne fumarie e/o camini negli anni antecedenti.
CANNE FUMARIE e TETTI IN LEGNO
Considerazioni per risolvere il problema di costruire un camino – canna fumaria che attraversa un tetto in legno ed alcune considerazioni più generali sulle canne fumarie e sull’uso dei caminetti.
Specifichiamo la distinzione tecnica che c’è fra i sistemi di evacuazione fumi:
– canna fumaria: sistema di evacuazione dei fumi di più apparecchi termici
– camino : sistema di evacuazione dei fumi di un singolo apparecchio termico
Comunque, nel linguaggio comune, il camino è normalmente inteso come “caminetto” mentre per canna fumaria si intendono tutti i sistemi di evacuazione dei fumi.
Indipendentemente dalla norma europea EN 1443, che definisce le caratteristiche dei camini-canne fumarie, la regola dell’arte del buon costruire e una normale dose di buon senso evidenziano che non si può mettere il fuoco vicino al legno perché quest’ultimo si incendia.
Quando i fumi a temperatura elevata di apparecchi quali: stufe, caminetti, stufe a pellet ecc. , sono convogliati in una canna fumaria, c’è sempre un passaggio di calore fra la zona calda, interno canna fumaria, e l’esterno della stessa; gli isolanti non impediscono il passaggio del calore ma lo rallentano, e se non sono di spessore e qualità adeguata e posti alla giusta distanza dal legno non servono a nulla, anzi danno una falsa tranquillità e sicurezza dai rischi da incendio.
Alcuni anni fa , i VVFF di Brescia, in 12 ore siano dovuti intervenire per spegnere ben otto incendi di tetti in legno, dei quali sette sicuramente causati da canne fumarie non costruite bene, è dimostrazione di quanto sopra affermato e ben si ricollega alla statistica dello stesso Comando che vedeva come causa principale di incendi dei tetti in legno la realizzazione non a regola d’arte della canna fumaria con un’incidenza del 52,9% sul totale degli incendi avvenuti in quell’inverno.
Per ovviare a tutto ciò occorre costruire correttamente un camino – canna fumaria apponendo alla fine la placca camino come richiesto dalla norma EN 1443.
Questo significa che per compilare la placca si deve aver costruito correttamente la canna fumaria e pertanto si devono conoscere bene le norme ed i materiali da costruzione (tutti a marcatura CE).
Tra le altre cose si dovrà stabilire se la canna fumaria costruita è resistente al fuoco di fuliggine, la temperatura ammissibile di funzionamento, la distanza dai materiali combustibili, ecc.
Quando, per costruire una canna fumaria, si utilizzano componenti di sistemi camino certificati CE, occorre ricordarsi che leggendo, nelle obbligatorie etichette di marcatura CE, la scritta di designazione: ad esempio T400-………….-G70, le ultime cifre stanno ad indicare la distanza dai materiali combustibili alla quale devono essere posti i componenti della canna fumaria ai fini della sicurezza per gli incendi; ma tale distanza è da considerare in aria libera!! (l’intercapedine con l’aria serve a raffreddare le pareti del camino e le superfici delle parti combustibili vicine, così come avviene nei laboratori di prova) e pertanto queste canne fumarie non possono essere chiuse in cavedi non ventilati o chiudere i passaggi di tetti o di solai in legno e pertanto si deve sempre lasciare libera e non chiusa la zona di intercapedine fra la canna fumaria ed il legno.
E’ possibile effettuare montaggi con passaggio tetto o solaio chiuso solo su espressa indicazione delle ditte costruttrici che hanno effettuato le prove di certificazione con i passaggi tetto o solaio chiusi.
Quindi, per quanto sopra detto, per compilare la placca, occorre fare un’analisi approfondita delle qualità dei componenti del camino che si stanno utilizzando, e così valutare se i componenti della canna fumaria – camino sono adatti o meno a costruire un “sistema camino” che rispetti le esigenze di utilizzazione con l’appropriato apparecchio termico e che garantisca la giusta aspettativa di sicurezza.
Chi compila la placca si assume le responsabilità di come si è costruito il camino – canna
fumaria e quindi rende tranquillo il proprietario della casa che ha commissionato il lavoro.
Tra l’altro, da parte della direzione lavori/impresa, sempre di più ci sarà attenzione sulle modalità di accettazione delle forniture dei prodotti da costruzione o degli elementi costruttivi interessati dalle varie normative che devono essere identificati, qualificati e accettati; infatti, alla chiusura dei lavori, la regolarità delle certificazioni permetterà di compilare agevolmente la documentazione richiesta dalle Norme e/o dalle Leggi.
Tantissimi incendi sono causati dalla mancata osservazione della distanza di sicurezza dal legno o da superfici combustibili o dal fatto che i componenti delle canne fumarie – sistema camino siano stati bloccati o chiusi nelle intercapedini dei muri o nei passaggi dei solai o dei tetti.
Si deve considerare che per l’installatore o il costruttore del camino non è agevole lasciare un’intercapedine libera intorno alla canna fumaria (magari acquistata dal committente) ai fini dell’estetica della stanza e non è semplice dire che sul tetto o sul solaio dovrebbe rimanere un bel buco!!
I Vigili del Fuoco potranno raccontare come una semplice lamiera di chiusura messa fra il camino e il legno del tetto abbia causato numerosi incendi.
Un esempio all’origine di numerosi camini mal costruiti, è la scelta del verso dei fumi.
Nonostante la presenza delle indicazioni del verso dei fumi stampato su ogni elemento o componente dei sistemi camino certificati, capita che questi vengano installati nel verso opposto.
In realtà i tubi si devono mettere sempre con la bicchieratura verso l’alto (la
condensa deve restare sempre all’interno della canna fumaria ).
Alcuni anni indietro si montavano le canne fumarie con il verso delle bicchierature a rovescio, cioè a “fumo”, questo perché la normale produzione forniva prodotti con accoppiamenti non precisi e con ampi giochi, pertanto il fumo, al momento iniziale dell’accensione del generatore di calore, tendeva ad uscire; oggi gli accoppiamenti sono molto precisi pertanto questo rischio non c’è più mentre è più dannosa la fuoriuscita di condensa che andrebbe a rovinare la coibentazione esterna del tubo
La legge 37 del 22.1.2008 comprende anche l’installazione delle canne fumarie per gli impianti termici a combustibile solido.
Nella definizione di impianto termico vengono esclusi apparecchi quali : stufe, caminetti, …..; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unità immobiliare è uguale o maggiore di 15kW.
Da questo si evince che in moltissimi casi ci troviamo nelle condizioni di superare i 15 kW sia per somme di potenze o semplicemente per potenza stessa dell’apparecchio termico, pertanto pure per questi camini – canne fumarie per impianti termici a combustibile solido occorre che si seguano tutte le direttive tecniche adeguate.
La legge 37 impone soprattutto, ai fini della sicurezza delle persone e delle cose, che chi esegue il lavoro deve essere in possesso dei giusti requisiti e il committente ha il dovere di far fare il lavoro a imprese regolarmente iscritte e in possesso dei requisiti richiesti per quel lavoro specifico.
Nel considerare la sicurezza nell’uso delle canne fumarie e dei pericoli derivanti da un’installazione non curata del camino sopratutto se posto a servizio di caminetti, stufe a legna o a pellet, si deve tener conto che sono a rischio d’incendio di fuliggine (rischio presente anche per le canne fumarie degli apparecchi a pellet!.
Infatti, gli incendi che avvengono nei camini a servizio dei caminetti o delle stufe a legna sono caratterizzati da sviluppo di fumo molto intenso e da fiamme che fuoriescono alte dal comignolo, quindi l’incendio è ben visibile; al contrario, gli incendi che si sviluppano nelle canne fumarie delle stufe a pellet sono paragonabili alla brace delle sigarette, l’incendio procede lentamente ma la temperatura di combustione è sempre elevata e si trasmette a tutto ciò che sta vicino alla canna fumaria stessa, e se ci sono materiali combustibili non isolati questi possono facilmente incendiarsi.
Il rischio di incendio di fuliggini nelle canne fumarie esiste per tutte quelle che sono a servizio di apparecchi funzionanti a biomassa.
Quindi per dimensionare, costruire e per far funzionare in tutta sicurezza una canna fumaria con interno in metallo, a servizio di un caminetto o altro apparecchio con combustibile a biomassa, che attraversi un tetto o un solaio in legno o che lungo le pareti sia vicino o a contatto con materiali combustibili tipo isolanti termici (cappotto) ecc, si devono acquisire e si dovrà tener conto di alcune informazioni:
– quale sarà l’apparecchio o che tipo di apparecchio andrà collegato alla canna fumaria (caminetto, stufa, stufa a pellet, caldaia a biomasse, ecc.) con relativa potenza
– che temperatura dei fumi è prevista dal costruttore dell’apparecchio o ipotesi di temperatura di funzionamento della canna fumaria
– rischio di incendio di fuliggine ( rischio sempre presente nell’utilizzo di combustibile solido
– biomasse)
– altezza della canna fumaria
– locali che la canna fumaria può attraversare
– posizione comignolo
A questo punto, se si è in possesso di tutti i dati, si calcola e si costruisce il camino con le specifiche richieste, se non si è in possesso dei dati specifici dell’apparecchio che andrà installato, si dovrà almeno definire la tipologia (stufa, caminetto ecc), e attraverso le Norme Tecniche e la documentazione delle ditte costruttrici di tali apparecchi termici, è possibile comunque costruire una canna fumaria che sarà sicuramente adatta alla maggior parte degli apparecchi in commercio.
Esempio: definiamo i parametri di progettazione:
T450 temperatura minima di funzionamento
N1 funzionamento in depressione
D a secco, uso previsto senza formazione di condensa
V2 classe di resistenza alla corrosione
L50 se utilizzeremo acciaio Inox AISI 316
050 spessore dell’acciaio 50/1000 di mm
G resistente al fuoco di fuliggine
XX distanza dai materiali combustibili
Per definire le XX dobbiamo:
– se scegliamo di utilizzare singoli componenti certificati CE (acciaio, isolante ecc) dobbiamo progettare il camino per ottenere i dati da mettere nella targa di designazione obbligatoria, e per definire tutti i dati con sicurezza occorre l’intervento di un bravo termotecnico che faccia il progetto e firmi poi la relazione di calcolo.
– se intendiamo utilizzare un sistema camino certificato CE dobbiamo uniformarci a quanto specificato nella designazione del camino. Es.se il sistema camino scelto è un doppia parete in acciaio esterno rame con : XX= 95, dovremo montarlo tenendo conto che dovrà stare alla distanza di 95 mm dai materiali combustibili in aria libera. Se invece scegliamo il sistema camino ESSEBLOCK ESSEWOOD con XX=20, possiamo porci a distanza di 20 mm dai materiali combustibili ed inoltre abbiamo la possibilità di chiudere gli attraversamenti dei solai e dei tetti in legno con gli appositi “passaggi chiusi certificati CE”.
Quindi ad esempio: se le caratteristiche richieste per la canna fumaria erano: T400-N1-D-V2-L50050-G00, potevamo comunque usare la ESSEBLOCK ESSEWOOD che per un uso con temperature fino a 400°C è possibile installarla a contatto con il legno.
Da quanto sopra esposto risulta assolutamente conveniente l’uso di sistemi camino certificati CE, i dati sono tutti specificati dalla casa costruttrice del sistema camino; l’installatore deve semplicemente mettere in opera i componenti secondo le istruzioni del fabbricante e poi ha a disposizione tutte le certificazioni della canna fumaria.
Le canne fumarie e i camini Esseblock, certificati CE, brevettati, assicurati, preassemblati, adatti a
molteplici rifiniture risolvono tanti “problemi scottanti”.
La durata dell’acciaio INOX AISI 316 ai fumi prodotti dalla combustione di biomasse è molto elevata, ma se si bruciano altre sostanze che possano produrre composti del cloro, dello zolfo, dell’azoto o di altre sostanze corrosive, o siamo in presenza di atmosfere lo stesso corrosive, la durata dell’acciaio può essere compromessa.
Nei caminetti, stufe o caldaie a biomassa, il combustibile scelto e introdotto dall’utilizzatore, spesso è legna non stagionata perché brucia più lentamente, e pertanto “riscalda di più perché dura di più”, in realtà non ci si rende conto che parte dell’energia viene dissipata per far evaporare l’acqua che si trova abbondante nel legno tagliato di fresco o ancora non ben essiccato, tanto da ridurre il rendimento di percentuali significative quanto più la legna da ardere non è stagionata. Una legna non secca produce fumi di combustione con molte polveri e gas di distillazione incombusti, una parte di questi fumi si condensano nella canna fumaria (creosoto più fuliggini, che saranno poi il combustibile degli incendi delle canne fumarie); il resto dei fumi fuoriescono dal comignolo e immettono nell’atmosfera particelle pm10, polveri ultrasottili pm 2,5 e ossido di carbonio CO dovuto ad una non perfetta combustione. L’uso di legna secca non solo aumenta il rendimento della combustione, scalda di più a parità di peso di combustibile, e contribuisce a diminuire moltissimo le polveri e gli incombusti emessi.
Il consiglio è di usare legna con almeno un anno di stagionatura se di pezzatura piccola e di due anni se di pezzatura grande.
Parlando di inquinanti, molte persone, non perfettamente informate di quello che stanno facendo, usano il proprio apparecchio termico ( caminetto, stufa, ecc.) come “inceneritore”, cioè bruciano dal legno trattato, ad es. parti di vecchi mobili, pallet che hanno subito trattamenti contro i parassiti, o peggio ancora plastiche varie, gomme o imballaggi di vario tipo ( PVC – PE – PP – PET – PS – …….), per finire a parti di spazzatura, ad esempio scatole dei detersivi con colle o ancora tracce di detersivo, sacchetti di plastica, piatti di carta o di plastica “usa e getta” ecc.
La combustione di tali sostanze avviene a una temperatura molto più bassa di quella di un inceneritore di rifiuti, ciò provoca una produzione e un’immissione incontrollata di fumi contenenti le più svariate sostanze estremamente corrosive, tossiche e cancerogene (diossine, furani, metalli pesanti e un’infinità di altre cose estremamente dannose per l’ambiente e la salute).
Lo smaltimento dei rifiuti tramite bruciatura in impianti domestici è da considerarsi come una pratica veramente pericolosa e dannosa oltre che per gli “altri” e per l’ambiente, anche per chi la pratica. Molte sostanze inquinanti dopo essere fuoriuscite dal comignolo si depositano nelle vicinanze della casa da cui sono state prodotte, e se la persona che brucia questi rifiuti fosse consapevole della pericolosità dei fumi e dei rischi per la propria salute, sicuramente userebbe come combustibile solo legna e ben stagionata.
L’uso razionale e corretto del proprio caminetto darà le migliori sensazioni di benessere materiale e psicofisico, sarà economico oltre che rispettoso dell’ambiente e permetterà una durata lunga con manutenzione ridotta di tutti i componenti l’impianto termico, dall’apparecchio alla canna fumaria.
CAMINI e CANNE FUMARIE
Chiarimenti sui concetti di classi di corrosione espressi dalle Norme.
Nei processi di combustione i fumi che si originano hanno al loro interno composti che nel tempo possono dare fenomeni di corrosione nelle canne fumarie.
La Norma Europea UNI EN 1443 prende in considerazione tale aspetto che va ad influire sulla funzionalità di un impianto termico e quindi definisce le classi di resistenza alla corrosione che le canne fumarie che convogliano i fumi devono avere in base al tipo di combustibile e su quale apparecchio termico esso viene bruciato.
La tabella seguente illustra le Classi di appartenenza che interessano i combustibili solidi:
Classe di resistenza alla corrosione | Classe 1 | Classe 2 | Classe 3 |
Legna che brucia entro caminetti aperti | Legna che brucia entro caminetti aperti | ||
Legna che brucia entro stufe o caminetti chiusi | |||
Apparecchi che bruciano Carbone | |||
Apparecchi che bruciano Torba |
Occorre ora definire, per i singoli tipi di materiale che possono essere utilizzati per fare una canna fumaria, la capacità di resistere ai fumi della corrosione.
Pure in questo caso sono stati individuati vari livelli di resistenza alla corrosione.
Per le canne fumarie che sono fatte in metallo, la norma UNI EN 1856-1 definisce il grado di resistenza alla corrosione sulla base:
– dello spessore e del tipo del materiale costituente la parete a contatto con i fumi (valore Vm);
– oppure a seguito dei risultati di uno dei test di corrosione previsti (valore V1, V2, V3)
La valutazione del grado di resistenza non va in ordine crescente, per cui le prove di corrosione per ottenere il V2 sono più impegnative di quelle del V3 e pertanto un materiale che ha il V2 resiste di più di uno che ha il V3, come specificato di seguito.
Una volta definite le “classi di resistenza alla corrosione” (1-2-3: sono quelle dei fumi) e le “classi di resistenza alla corrosione a seguito della prova” (Vm-V1-V2-V3: sono quelle dei materiali), purtroppo hanno nomi simili ma rispecchiano concetti diversi, occorre stabilire la correlazione tra le diverse classi di resistenza alla corrosione ed il tipo di utilizzo.
Bisogna quindi stabilire quale tipo di materiale, con la sua prova per la classe di resistenza alla corrosione, è possibile utilizzare per costruire le canne fumarie a servizio di apparecchi termici che utilizzano un determinato tipo di combustibile.
La norma UNI TS 11278 specifica tali correlazioni.
Questo risulta indispensabile per l’installatore dell’apparecchio termico che, leggendo la designazione del sistema camino riportata sulla placca identificativa secondo la UNI EN 1443, stabilisce se è possibile collegare quell’apparecchio termico alla canna fumaria.
Ad esempio, per gli apparecchi che funzionano a combustibile solido, dà la correlazione seguente:
Classe di resistenza alla corrosione secondo UNI EN 1443 | Classe 2 | Classe 3 | ||
Resistenza alla condensa | D secco | W umido | D secco | W umido |
V1 | Non ammesso | |||
V2 | • | • | • | |
V3 | • | • |
In conclusione le canne fumarie costruite:
– con materiali con classe V2 risultano idonee al funzionamento a secco (D) e umido (W) per evacuare i fumi di classe 2 (cioè da caminetti aperti) mentre solo a secco (D) per i fumi di classe 3 (cioè per tutti i combustibili solidi)
– con materiali con classe V3 risultano idonee al funzionamento solo a secco (D) per gli apparecchi di classe 2 e di classe 3.
Quindi il V2, ha più capacità di resistenza alla corrosione rispetto al V3, in quanto resiste anche per un funzionamento ad umido nelle canne fumarie per i caminetti aperti.
CAMINI SINGOLI
Per il corretto funzionamento dell’impianto fumario si deve tener presente che esso è in relazione con gli altri elementi che costituiscono l’impianto di riscaldamento (il generatore di calore, l’ambiente e la presa d’aria).
Fra tutti questi elementi si instaura una situazione di equilibrio precario da cui dipende la capacità dell’impianto a funzionare correttamente e quindi a soddisfare le aspettative per cui è stato costruito: la funzionalità e quindi il benessere, la sicurezza e non da ultimo il risparmio.
L’equilibrio precario del funzionamento dell’impianto di riscaldamento è influenzato dal rapido cambiamento di alcuni fattori (temperatura dei fumi, quantità dei fumi che attraversano i condotti, potenza effettivamente erogata dal generatore), che nel caso di generatori di calore alimentati a legna (caminetti e stufe all’atto dell’accensione, dello spegnimento e delle ricariche) questi fattori vengono ben intuiti e compresi da tutti.
Questo cambiamento dei parametri di funzionamento influisce subito e direttamente sul risultato dell’esercizio dell’impianto.
Da quanto detto, il problema del dimensionamento delle canne fumarie riveste un aspetto rilevante sia per il buon funzionamento dell’impianto che per l’economicità dell’esercizio. Due evidenti conseguenze per un errore nel dimensionamento possono essere: un cattivo funzionamento del generatore per tiraggio insufficiente, se il condotto è piccolo, o se il condotto è troppo grande si ha un rendimento inferiore per tiraggio eccessivo. A volte gli inconvenienti sono così gravi da impedire il funzionamento dell’apparecchio fino a richiedere ristrutturazioni o addirittura il rifacimento completo di una canna fumaria.
Quindi per il corretto dimensionamento dell’impianto fumario occorre per prima cosa prendere in considerazione le due variabili più semplici da cambiare e queste sono l’altezza del camino e la sezione interna. A queste vanno aggiunte l’isolamento termico, che aumenta il tiraggio del camino, la qualità dei componenti del camino per la durata, la pulizia e la manutenzione.
Il calcolo delle dimensioni interne dei camini (sezione ed altezza) è disciplinato dalla norma UNI 9615 che ne definisce i procedimenti fondamentali.
Il calcolo si basa sul confronto tra la pressione in corrispondenza del punto di ingresso dei fumi nel camino e la pressione necessaria per avere un sufficiente tiraggio. È un confronto quindi tra le resistenze di pressione incontrate dal fumo nel suo percorso (perdite di carico) e la pressione statica generata dalla differenza di densità della colonna di fumi caldi. Il risultato del procedimento fornisce la sezione e l’altezza del camino attraverso elementi costruttivi noti o calcolati.
Occorre inoltre confrontare la temperatura dei fumi all’interno e allo sbocco del camino con la temperatura di rugiada dei fumi perché se è inferiore c’è produzione di condensa (la condensa è acqua, infatti questo è un prodotto presente nei fumi di combustione) e se la canna non è prevista per un funzionamento ad umido con scarico condensa si originano inconvenienti facilmente comprensibili. Spesso si vedono trasudamenti di condense che macchiano l’esterno delle vecchie canne fumarie e anche delle nuove, con condotto interno metallico, quando gli elementi sono stati montati con imboccatura a fumo, cioè al contrario di quanto illustrato nelle istruzioni di montaggio.
Abbiamo sottolineato che l’impianto di riscaldamento funziona ad equilibrio instabile per cui si deve sempre considerare il peso economico delle scelte sbagliate in materia di dimensionamento e di scelta dei materiali dei camini. Purtroppo spesso il dato economico viene preso in considerazione solo quando è stato commesso un errore sia di dimensionamento che di scelta dei materiali o dei metodi costruttivi.
Attualmente si verifica spesso che canne di notevole altezza costruite in materiale metallico, seguendo un modo di costruire “economico”, in presenza di incendio della fuliggine collassino per il peso e occorra poi sostituirle, con costi notevolmente superiori a quelli iniziali, con altre costruite secondo le regole dell’arte, regole che spesso sono espresse dalle Norme.
Il dimensionamento dei camini singoli. La storia per il dimensionamento dei camini singoli, parte da lontano, dalla legge 615/66 che prevede l’utilizzo delle seguente formula per calcolare la sezione del camino.
S = K ∙ P / √h
si tratta di una formula semplificata e approssimata che vale per camini con temperatura dei fumi di almeno 300°C, dove:
S è la sezione del camino in centimetri quadrati
K è una costante di proporzionalità
P è la potenza del focolare in Kcal/h
h è l’altezza in metri del camino
Il valore di S va poi corretto in funzione dell’altitudine sul livello del mare e delle perdite di carico.
Si osserva comunque che maggiore è il valore di h, più piccola potrà essere la sezione del camino a parità di potenza P.
Tabella indicativa, realizzata con l’applicazione della formula, della sezione in cmq della canna fumaria in funzione della altezza, altitudine, consumo:
Altitudine del camino (s.l.m.) | Consumo legna: 4 kg/h | Consumo legna: 8 kg/h | ||||
Altezza della canna fumaria | Altezza della canna fumaria | |||||
4 m | 8 m | 12 m | 4 m | 8 m | 12 m | |
100 m | 450 * | 400 | 350 | 700 | 600 | 550 |
750 m | 550 | 500 | 450 | 900 | 850 | 750 |
1.500 m | 650 | 600 | 550 | 1.150 | 1.100 | 900 |
2.250 m | 800 | 700 | 650 | 1.600 | 1.200 | 1.100 |
* Sezioni della canna fumaria in centimetri quadrati.
(s.l.m.) sul livello del mare.
Tale formula attualmente, semplicemente considerando l’aumentato rendimento degli apparecchi termici con abbassamento delle temperature dei fumi ben al di sotto dei 300°C, non è più molto attendibile.
La norma successiva è stata la norma UNI 9615, ove tra l’altro nella seconda parte, edita nel 1995, riporta un metodo approssimato per il calcolo delle sezioni dei camini a collegamento singolo con la possibilità di ricorrere a diagrammi per alcune condizioni di esercizio. La stessa norma UNI 9615, oltre a fornire la formula completa per il calcolo dei camini, attualmente ripresa e migliorata dalla norma UNI EN 13384-1, ne fornisce una semplificata riportata di seguito.
S = P ∙ K / H-2
dove S = sezione di passaggio
P = potenza del focolare
H = altezza del camino
K = coefficiente variabile in funzione del combustibile.
L’uso di questa formula semplificata ha l’innegabile vantaggio di essere alla portata di chiunque sappia risolvere semplici operazioni aritmetiche. L’applicazione del coefficiente, che è funzione solo del combustibile, semplifica notevolmente il numero di variabili da prendere in considerazione. Si finisce purtroppo a trascurare l’influenza della pressione ambientale e delle resistenze che si presentano nel percorso dell’aria di combustione e dei fumi.
Ricordando le sempre più basse temperature dei fumi all’uscita degli apparecchi, non è più molto attendibile prendere in considerazione né l’uso delle tabelle né quello della formula semplificata, ma tramite apposito programma di calcolo, che prenda in considerazione più parametri possibili secondo la UNI EN 13384-1 si può ottenere un calcolo decisamente più preciso.